I massi di granito degradato dal vento alimentano la nostra fantasia che vede in essi forme umane e di animali favolosi e sorprendenti sculture astratte. Molti massi, come la Roccia dell’Orso, sono ormai famosi monumenti naturali indissolubili dal paesaggio che li circonda.
Tra le più famose la Roccia dell’Elefante situata lungo la strada che da Castelsardo conduce a Sedini, il fungo di Arzachena, e il Dinosauro al margine della strada tra S. Teresa e Bassacutena.
Arrivando nel centro di Oristano si arriva sull’alberata piazza Roma. Qui sorge la Porta Manna o Torre di S. Cristoforo imponente costruzione del 1291. Un’altra bellissima piazza di Oristano è quella del duomo ove sorgono il Palazzo Vescovile e il Duomo del XII sec.
Ricostruito nel 700 e nell’800 lascia tracce della costruzione medioevale nell’abside e nel campanile del XIV sec.
La Basilica di Bonaria a Cagliari venne progettata nel 1772 dall’architetto piemontese Felice De Vincenti. Come si può notare in molte chiese della zona, durante il sette e ottocento, anni di dominazione sabauda, la presenza degli architetti militari piemontesi determinò in maniera pressoché totale lo svolgimento del gusto dell’isola.
La torre campanaria poligonale costruita a spigoli contraffortati, come a Barcellona in Sant’Agata, si innesta sulla volta del presbiterio.
Una testimonianza vistosa degli ultimi anni dell’egemonia pisana è data dalle fortificazioni, cioè dalla parte più alta di Cagliari, che i pisani recinsero con mura e torri dopo la cessione della Sardegna a Giacomo II d’Aragona.
Due torri sono rimaste superbamente svettanti: quella di S. Pancrazio e quella dell’Elefante. Furono costruite da Giovanni Capula nel 1305 e nel 1307, sono chiuse solo da tre lati, munite da grandi beccatelli e presentano liscio e perfetto il taglio dei conci e intatto il giro delle arcate d’ingresso.
La Basilica di Bosa, del 1073, è uno dei più antichi monumenti romanici della Sardegna. La facciata, di forme gotiche borgognone, è del principio del XIII sec.
Il periodo della storia sarda che va dal 1500 al 500 a.C. circa si chiama "nuragico", perché nuraghi sono chiamate, in sardo, le grandi torri che sorgono nelle pianure o sulle cime delle colline, svettando sulla linea del paesaggio isolano e caratterizzandolo profondamente.
Il nuraghe è una torre a pianta circolare costruita sovrapponendo file di grandi massi (in genere di trachite o, come a Barumini, di basalto e di lava basaltica) appoggiati gli uni sugli altri senza nessuna forma di gementazione, e che va restringendosi verso l’alto, dove termina (o meglio terminava perché della sommità dei nuraghi non abbiamo nessuna traccia) con terrazze attrezzate per la difesa.
Oggi in sardegna ci sono 7.000 nuraghi: essi sono la testimonianza più imponente dell’antica civiltà isolana.